Protezione solare=salute della pelle: parliamo di prevenzione oncologica.
mercoledì, luglio 12, 2023Oggi parliamo di bellezza, ma anche di salute.
E parliamo di salute, in termini di prevenzione.
Oggi parliamo di prevenzione oncologica.
Sarebbe lungo, ma tutto sommato anche inutile, partire dall’inizio, difficile spiegare i perché e i percome, ma quest’anno più che mai sono particolarmente sensibile all’argomento prevenzione e nello specifico protezione dai raggi UV.
Buona parte di noi (umanità per esteso) tende a pensare che la pelle vada protetta dal sole, solo quando si va al mare.
E ancora peggio, ci si protegge solo quando si sta esposti direttamente al sole, quindi si tende a NON mettere la protezione solare quando ci sono le nuvole, quando si sta sotto l’ombrellone, quando si sta in acqua.
E questo non va affatto bene.
Fermiamoci un attimo e esaminiamo la questione punto per punto.
PRIMO PUNTO: la pelle non va protetta solo al mare e -ancora peggio- solo in spiaggia.
Il sole scotta anche in città e, peggio che mai, scotta in montagna.
Ci si scotta e si danneggia la pelle, anche quando si cammina in giro per la città durante il giorno.
Ci si scotta, come e più che al mare, anche in montagna, dove i raggi di sole colpiscono la pelle in maniera più diretta e aggressiva.
Le uniche due volte che mi sono scottata fino all’eritema solare, ero in montagna (in entrambi i casi, nel parco nazionale di Abruzzo), durante escursioni a piedi, quindi vestita, non in costume. La pelle delle gambe, letteralmente ustionata, ci mise una vita a rimarginarsi.
Cerchiamo di capire il perché…
I raggi ultravioletti arrivano fin sulla terra, filtrati attraverso l’atmosfera.
Immaginiamo l’atmosfera come una specie di involucro gassoso, tutto intorno alla terra. Sarà facile immaginare che quell’involucro (come se fosse un indumento o una coperta) sarà più consistente raso terra (si intende ad altitudine 0 ovvero sul livello del mare, guardate l’immagine allegata per capire cosa intendo) che man mano che si sposta in altitudine.
Quindi l’atmosfera ha la massima consistenza possibile, sul livello del mare, mentre quando ci si sposta in altitudine, l’atmosfera sarà sempre meno consistente, quindi filtrerà i raggi UV sempre meno.
Se in altitudine c’è uno strato sempre più sottile di atmosfera, i raggi UV sono sempre meno filtrati: quando si dice infatti che in montagna c’è l’aria buona, si intende che è più rarefatta, quindi i raggi UV arriveranno in maniera più aggressiva (perché meno schermati dall'atmosfera) sulla pelle, che quindi avrà bisogno di essere protetta ancora di più che sul livello del mare, anche se la temperatura potrebbe ingannare, perché più fresca.
atmosfera terrestre credits Wikipedia |
Secondo falso mito: Non c’è bisogno della protezione solare, quando siamo al fresco, sotto l’ombrellone o quando il cielo è nuvoloso…
Risposta: No e poi NO.
Le nuvole fanno in un certo senso da ombrellone naturale, rendendo più sopportabile il caldo e l’afa e quindi la nostra permanenza all’aria aperta.
Ma facciamo attenzione, perché le nuvole schermano gli infrarossi, ma non i raggi UV, quindi ci si abbronza un po’ meno, ma ci si abbronza (e ci si scotta) lo stesso.
Altrettanto dicasi per l’ombrellone, che ci fa sentire più freschi e ripara la testa contro i colpi di sole, ma -a seconda del tessuto utilizzato- può filtrare fino al 75% dei raggi solari.
Terza falsità: Ma sì, scottarsi non è così grave, se sopportiamo un po’ di bruciore, poi saremo più belli e abbronzati.
Eccoci al punto cardine di questo post.
Non proteggere adeguatamente la pelle dal sole non è solo una questione estetica.
E scottarsi non significa solo dover sopportare un po’ di bruciore, in cambio di un bel colorito ambrato.
Scottarsi significa rischiare malattie della pelle.
Significa rischiare il melanoma, soprattutto se avete molti nei oppure ne avete pochi ma evidenti.
Un neo che cambia forma e/o dimensioni non è solo una questione estetica.
Se un neo cambia forma e/o dimensioni, rivolgetevi subito al vostro medico e richiedete una visita dermatologica per controllo dei nei.
E anche se nessun neo all’apparenza ha modificato forma o volume, periodicamente bisogna sottoporsi a un controllo dei nei, da parte di un dermatologo.
Si chiama PREVENZIONE ONCOLOGICA.
Il controllo periodico dei nei (o nevi) è importante quanto il pap test, quanto la mammografia, il sangue occulto nelle feci e quanto qualsiasi altro controllo periodico di prevenzione.
Un melanoma può diventare metastatico e un melanoma metastatico può estendersi agli organi vitali, primi fra tutti cervello, fegato e polmoni.
La diagnosi precoce salva la vita.
Un melanoma diagnosticato per tempo offre una possibilità di sopravvivenza a 5 anni dell’87%.
Un melanoma metastatico, non diagnosticato per tempo, offre un’aspettativa di vita di pochi mesi.
Vale la pena rischiare?
Io dico di no.
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