PREMESSA
Molti fra voi ricorderanno probabilmente che, qualche anno fa, io e la mia amica Rossana, editor del sito A Drop of color, abbiamo lavorato insieme a un progetto che allora ci sembrava un piccolo sogno, ovvero realizzare una favola illustrata.
Bene, in questi mesi il nostro piccolo sogno ha preso il volo, ovvero è stato notato da un comune piemontese nel cuneese, cioè la città di Savigliano, che ha scelto la nostra storia per arricchire gli eventi natalizi della loro città, "Incantevole Natale", realizzando un percorso illustrato in 22 tappe, una tappa per un pezzetto di storia, una tappa per ciascuna illustrazione.
In questo modo i bambini -e noi speriamo anche i grandi- potranno seguire ed appassionarsi alla storia della nostra piccola volpe che, nell'esplorare il bosco, conosce nuove realtà ed impara nuove lezioni.
La storia era stata impostata su ispirazione alle favole di Esopo, con la morale finale del suo " Ὁ μύθος δελοι οτι", ovvero “la favola insegna che...”
La storia dunque, in vista di questo evento, è stata arricchita di nuove tavole alle quali corrisponde anche un nuovo testo, riuscendo così a creare una storia un po' più lunga tanto che sarà anche stampata in un piccolo libro illustrato per bambini che sarà disponibile per la vendita a Savigliano durante gli eventi di Natale e andranno a finanziare scopi benefici per sostenere il Centro di accoglienza notturno, ovvero il dormitorio per i poveri e i senza tetto, grazie alla sinergia di associazioni benefiche locali tra cui la Caritas Interparrocchiale, la Croce Rossa Italiana e l'Associazione Papa Giovanni XXIII.
credits Incor studio |
Così il nostro piccolo sogno si è realizzato, non solo perché sta arrivando ad un pubblico più ampio, ma anche perché potrà fare del bene.
Il nuovo titolo del percorso illustrato che ospita la nostra favola, illo tempore nata come Favola di Natale, è...
La volpe e la neve
“Stai attento nel bosco, non ti allontanare troppo e torna a casa prima che faccia buio”
“Sì, mamma, stai tranquilla” -rispose la piccola volpe
“Copriti bene perché fa freddo e, se iniziasse a nevicare, torna subito a casa” -ammonì Mamma Volpe, avvolgendo il suo cucciolo in una calda sciarpa.
“Ma mamma -protestò il cucciolo- la neve è tanto bella nel bosco, perché non posso giocarci solo un pochino?”
“Perché è pericoloso, il tuo nasino non funzionerà bene con la neve alta e potresti perderti nel bosco. E stai attento agli orsi!” -insistè mamma volpe
“E va bene, mamma -annuì la piccola volpe un po’ imbronciata.
Salutò dunque la mamma e si incamminò verso il bosco.
La piccola volpe passeggiava allegra e spensierata, osservando il paesaggio attorno a sè: tanti alberi, ormai spogli, avevano lasciato cadere le foglie, formando così un tappeto variopinto di sfumature dal giallo oro all’arancio ed al marrone bruciato e la piccola volpe si divertiva, saltellando, a farle scricchiolare sotto le zampine.
Rigogliosi invece erano ancora gli abeti, i cui rami ricchi di aghi per tutto l’anno, assumevano quel colore verde scuro, così in armonia con il paesaggio ormai brullo. Era talmente tanto l’entusiasmo della piccola volpe, che non si accorgeva del tempo che passava e che la luce ormai cominciava a divenire più fioca, continuando invece a saltellare felice e a tuffarsi con il musetto nei mucchi di foglie secche, per farle svolazzare con il suo soffio, che ormai diveniva una fredda nuvoletta bianca di vapore.
Mentre saltellava su quell’immenso tappeto scricchiolante, per sentirne con le zampe lo scalpiccio, si rese conto di non essere solo e che qualcuno lo stava osservando.
“Buongiorno, signor gufo” -disse la piccola volpe
“Umf...” -sbuffò il gufo- “buongiorno, ragazzino”. E fece per girarsi di spalle.
“La mamma mi ha insegnato che dare le spalle non è gentile” -gli disse la piccola volpe
“I gufi non devono essere gentili” -fece il gufo corrucciato
“Tutti dobbiamo essere gentili!” -ribatté la piccola volpe
Il gufo sbuffò ancora, dandogli le spalle. La piccola volpe, un po’ delusa, fece per andar via, poi si fermò per un attimo ed aggiunse “La mamma dice che essere gentili con gli altri ci rende più felici. Ed io voglio essere felice, quindi sarò gentile anche con lei. Arrivederci, signor gufo”.
E proseguì, addentrandosi nel bosco.
Lungo il cammino, continuando a saltellare tra i sentieri coperti di foglie e di muschi, incontrò un piccolo scoiattolo intento a raccogliere nocciole e ghiande.
“Ciao, scoiattolo, ti va di giocare con me?”
“Mi piacerebbe molto” -rispose il piccolo scoiattolo- ma devo aiutare la mia mamma a raccogliere provviste, è oramai inverno e presto la neve coprirà il bosco e noi dobbiamo farci trovare pronti”
“La neve è stupenda! Ma perché non vuoi giocare con me?” -chiese la piccola volpe.
“Non si può sempre giocare -rispose il piccolo scoiattolo- dobbiamo anche renderci utili a volte. La neve è molto bella, è vero, ma farà anche molto freddo e noi avremo bisogno di rinchiuderci nella nostra tana per tutto l’inverno. La mia mamma dice che è pericoloso farsi sorprendere dalla neve”
“Anche la mia lo ripete sempre -rispose la piccola volpe- ma io non sono d’accordo con lei, non vedo l’ora che nevichi!” si entusiasmò
“Stai attento -gli disse il piccolo scoiattolo- le mamme di solito hanno ragione”
La piccola volpe, un po’ delusa dalla risposta del suo nuovo amico, lo salutò, ancora con gentilezza, proseguendo da solo nel bosco.
Ma si sa, quando ci si diverte, non ci si accorge che il tempo passa e la piccola volpe sembrava non avvedersi che il buio continuava ad avvicinarsi a grandi passi.
E spensierata, percorreva il bosco, senza sentire la stanchezza e senza badare, nel bagnarsi le zampine nel piccolo stagno, inseguendo per gioco una ranocchia, che l’acqua fosse ormai così gelida, che iniziava a ghiacciarsi.
Proseguiva saltellando, con il naso all’insù, guardando le cime degli alberi, in cerca di un nuovo amico con cui giocare, di nuove avventure da sperimentare, di nuove piccole gioie che lo sorprendessero.
Ma ecco, all’improvviso, qualcosa accadde: il suo nasino avvertì un minuscolo brivido di freddo: era un fiocco di neve…
E poi un altro…
Ed un altro ancora…
Che gioia per la piccola volpe, che finalmente avrebbe visto tutto imbiancarsi! Finalmente poteva correre e saltare e poi ancora scavare buche nella neve e già fantasticava di divertirsi, giocando con qualche nuovo amico da incontrare.
Ma la neve ahimè era più veloce di quello che il cucciolo avrebbe immaginato e la luce diveniva sempre più fioca.
Stava diventando buio e tutto il suo entusiasmo per quel paesaggio finalmente innevato cominciava ad affievolirsi, mutandosi in preoccupazione.
Solo allora la piccola volpe notò che il tramonto era ormai giunto e, con la neve, il suo nasino ormai gelato iniziava a non sentir più bene gli odori.
“Come tornerò a casa?”- si spaventò il cucciolo, ricordandosi delle raccomandazioni ricevute, a cui non aveva dato ascolto.
“La mamma aveva ragione, avrei dovuto ascoltarla” -piagnucolò la piccola volpe.
“Ciao -disse una vocina alle sue spalle- perché stai piangendo?”
La piccola volpe si voltò in direzione di quella vocina. Un cucciolo la guardava sorridendo, si trattava di un animale che non conosceva.
“Mi sono perso” -rispose, piangendo- ed ho tanto freddo, non so come tornare a casa, il mio nasino è gelato e non sento più l’odore della mamma. Si sta facendo buio e ho perduto la strada, come farò da solo?”
“Non piangere, vieni con me a casa mia, la mia mamma sa sempre cosa fare”.
La piccola volpe accolse dunque l’invito del suo nuovo amico e lo seguì fiducioso.
“Questa è casa mia e quella è la mia mamma” -gli disse il cucciolo, indicando la tana ed un grosso animale- “Mamma, mamma, ho portato un amico!”
“Mi scusi il disturbo, signora, mi sono perso e suo figlio mi ha invitato a casa vostra”
“Entra pure -gli rispose il grosso animale, con voce rassicurante- casa nostra è casa tua”
“Grazie- rispose la piccola volpe più tranquilla- “Non ho mai visto animali come voi, voi cosa siete?” -chiese curiosa
“Noi? Siamo orsi!” -rispose il grosso animale.
La piccola volpe ammutolì, terrorizzata.
Dopo qualche istante, prese coraggio e chiese con voce tremante: “Quindi mi mangerete per cena?”
L’orsetto scoppiò in una ricca risata.
“Ma cosa dici? Noi siamo tuoi amici! Ti ho portato a casa mia, perché la mia mamma saprà di certo aiutarti, lei conosce bene il bosco e si sa orientare anche quando c’è la neve”
La piccola volpe arrossì, vergognandosi molto di quello che aveva pensato e si rese conto di averli giudicati male.
Mamma Orsa tuttavia non se la prese affatto, anzi sorrise alla piccola volpe, e con voce rassicurante gli disse:
“Stai tranquillo, piccolo, ti riaccompagnerò io a casa”.
Mamma Orsa risistemò le ultime scorte di cibo che stava preparando per l’inverno e le ripose in dispensa, quindi si tolse il suo grembiule e si preparò ad uscire.
“Andiamo, bambini, sono pronta”
Tutti insieme, si misero in cammino nuovamente nel bosco, stavolta in direzione opposta, ma ben presto la piccola volpe mostrò segni di stanchezza.
“Ti porto io” -gli disse dolcemente Mamma Orsa- riposa pure, povero cucciolo, sarai esausto”
La piccola volpe accettò volentieri il suo aiuto e si lasciò trasportare in groppa a quell’enorme rassicurante animale, abbandonandosi alla stanchezza di quella lunga giornata.
“Che sciocchino sono stato” -disse fra sè e sè, mentre il torpore si impossessava talmente di lui, che si addormentò.
Mamma Orsa lo portò così subito fuori dal bosco, verso casa.
Uscendo dalla boscaglia, l’enorme animale si ritrovò davanti una volpe, che la guardava in silenzio, con aria impensierita.
“Buonasera, signora Volpe -disse Mamma Orsa- ho riaccompagnato il suo cucciolo a casa, si era perso nel bosco ed era molto spaventato”.
“Grazie, signora Orsa-rispose mamma volpe in un sospiro di sollievo- ero molto in pensiero, non vedendolo ancora tornare”
Al suono della voce della mamma, la piccola volpe si svegliò e, con entusiasmo, si tuffò fra le sue braccia.
Stretto forte alla sua mamma, si voltò poi verso Mamma Orsa.
“Grazie, signora Orsa per avermi riportato a casa”
E poi rivolto alla sua mamma, disse:
“Hai visto, mamma, che non tutti gli orsi sono pericolosi? Ci sbagliavamo su di loro”
Mamma Volpe sentì calde lacrime salirle agli occhi, poi si voltò verso Mamma Orsa.
“Grazie di cuore. Non solo per aver riportato il mio cucciolo a casa, ma per avergli insegnato cosa sia un pregiudizio.
Vi prego, entrate, accomodatevi e fermatevi un pochino, per riposarvi dal lungo cammino e beviamo qualcosa di caldo insieme, sarà un onore per noi”
L’orsa rassicurò la signora volpe, non era certo offesa per l’equivoco creato dal suo cucciolo, anzi aveva sorriso del suo candore.
Accettò quindi il suo invito, ringraziandola dell’ospitalità e, mentre serena teneva fra le grosse zampe la calda tazza fumante, insieme guardarono con tenerezza i loro cuccioli giocare insieme, liete entrambe che fossero ormai amici per la pelle, al di là di qualsiasi diversità.
“Quando giocheremo ancora insieme?” -chiese la piccola volpe all’orsetto.
Il cucciolo un po’ intristito rispose: “Ci rivedremo a primavera, dopo il letargo. La mamma ha già preparato tante provviste per l’inverno, quando c’è la neve noi orsi dormiamo, per poter resistere al freddo”
Era giunto ormai il momento di tornare a casa, per mamma Orsa ed il suo cucciolo.
Si salutarono quindi affettuosamente, per incamminarsi verso casa, ripromettendosi però di rivedersi presto, non appena la neve avesse smesso di imbiancare il bosco.
Mamma Volpe rientrò nella tana insieme al suo piccolo e poi lo guardò corrucciata per un istante, come per rimproverarlo per la marachella, ma subito comprese che non ce n’era bisogno, perché il suo piccolo aveva già capito di aver sbagliato, per non aver dato ascolto alle sue raccomandazioni.
La madre strinse al cuore il suo cucciolo e poi restarono là in silenzio a guardare la neve.
Il paesaggio era ormai tutto imbiancato, la neve aveva coperto i grandi abeti e la prateria, le foglie scricchiolanti erano ormai sparite sotto la coltre bianca.
“Perdonami, mamma, non ti disubbidirò mai più. Ho imparato la lezione, bisogna sempre ascoltare la mamma. E soprattutto, grazie alla signora Orsa e al mio amico orsetto, ho imparato a giudicare gli altri solo DOPO averli conosciuti”
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