PREMESSA
La pandemia da Covid-19 sembra dare lenti segnali di miglioramento ma, considerati i precedenti, faccio una certa fatica ad essere ottimista.
Lo scorsa estate, d’altra parte, in molti, o meglio troppi, hanno cantato vittoria all’arrivo dei primi tepori, in tanti si sono riversati per le strade con fare vincitore, convinti di essersi lasciati alle spalle un brutto periodo in maniera faticosa, ma tutto sommato sostenibile.
Io invece, che nasco pessimista a prescindere, tendevo a una visione globale molto più cauta, aspettandomi con discreta sicurezza quella che gli esperti definivano una assai probabile seconda ondata...a cui è seguita una terza, sperando che sia l’ultima.
Ma “fusse che fusse la vorta bbona?” (cit. Nino Manfredi)
In effetti, visto l’almeno apparente miglioramento dei recenti dati e del programma vaccinale, possiamo sperare che entro qualche mese (non a caso, “qualche” è aggettivo indefinito) la nostra vita sociale migliorerà a sua volta, passando dallo status vegetale a quello umano (sì, sono ironica, tranquilli).
Quali danni ha portato la pandemia alle nostre vite?
Prescindendo da quelli più ovvi alla salute, perché malati e morti quasi non si contano più, oltre a quelli all'economia e al comune vivere sociale, che tutti conosciamo e di cui si parla fin troppo sui media e sul web, parleremo qui di fastidiosi e talvolta pericolosi effetti collaterali secondari:
Quali sono stati -e quali sono- i danni fisici e morali del Covid?
Credo che il primo e più evidente danno sia stata la mancata prevenzione (o addirittura cura) di malattie diverse dal Covid.
Quante di noi quest’anno, per fare l’esempio più comune, hanno saltato i comuni controlli per la prevenzione del cancro al seno o al collo dell’utero? Ovvero in quante, a causa del Covid non hanno fatto l’abituale visita ginecologica annuale o il pap test o la mammografia?
Io per esempio, sono in plateale ritardo su tutti i miei controlli annuali, ovvero per quasi tutto il 2020 ho evitato ambulatori ed ospedali...e anche per il 2021 finora.
E per alcune patologie, quello che ho fatto (e sto facendo, a dire il vero) è veramente grave.
E ancora: astenia e abulia, in periodo di lockdown prima e in zona rossa dopo.
In parole semplici: sentirsi stanchi, spesso senza ragione reale e non aver voglia di far nulla.
Stare tanto tempo chiusi in casa ci ha spesso portato a impigrirci mentalmente e fisicamente, il che significa che spesso ci si sente stanchi per un nonnulla e che si fatica a superare questa stanchezza, non sentendosi motivati a fare un passo avanti.
Non so come l’abbiate vissuta voi, ma io spesso mi sono sentita assalire da una specie di malinconia, che mi ha portata spesso a non voler uscire neanche quando potevo.
In parte è stata l’ansia di ammalarsi e soprattutto di infettare il mio pargolo, ma in buona parte era vera e propria stanchezza mentale mista a pigrizia, ovvero non aver voglia di far nulla.
Nel mio caso, ha contribuito alla pucundrìa anche la problematica "mascherine", assolutamente indispensabili, questo è indiscutibile, perché ci hanno finalmente permesso di uscire di casa con maggior sicurezza, senza dover ricorrere necessariamente a piattaforme di videochiamata per guardarsi in faccia, ma che costringono a parlare con gli altri, guardandosi in faccia solo a metà.
Non solo, questa pigrizia ha portato molti di noi, me per esempio, a prendere peso durante la quarantena, per più di una ragione:
1. per combattere la noia, ci siamo improvvisati tutti masterchef, abbiamo cucinato di tutto, impastato tonnellate di pane e pizza, fatto pasta fresca e gnocchi pure di venerdì, cercato (e trovato) le ricette più fantasiose e creato capolavori di pasticceria che neanche immaginavamo esistessero.
2. che cucinassimo tanto o poco, abbiamo spesso trascurato l’attività fisica, lasciando che la pigrizia la facesse da padrona. E se alcuni seguivano lezioni di zumba e pilates online, molti anzi troppi di noi hanno stretto una forte amicizia con il divano, facendo sì che l’unica attività motoria fosse quella dalla poltrona al frigo e ritorno.
E quindi? Quindi, almeno nel mio caso, si è reso indispensabile riprogrammare sia l’alimentazione che l'attività motoria, per rimettere in sesto la salute e la linea perduta nell’ultimo anno.
Come si fa a rimettersi in forma dopo un lungo periodo di stasi e disordine (alimentare e non)?
Anzitutto, facciamoci coraggio e saliamo sulla bilancia: il primo passo della remise en forme è la consapevolezza del danno.
Io ci ho messo molto prima di farlo, avevo letteralmente paura di conoscere l’entità del danno. Ed avevo ragione, il danno c’era, eccome.
E poi diamoci un obiettivo.
Per aiutarmi a progettare il mio nuovo stile di vita dei prossimi mesi, mi ha aiutato come al solito mister Google, per cercare dei piani di calcolo del peso ideale e del fabbisogno calorico, a seconda dell’altezza, del peso attuale e dell’obiettivo che mi pongo, oltre che programmare esercizi compatibili sia con il mio (scadente) stato di forma che con il mio (ancora più scadente) stato di salute.
Dal punto di vista del recupero fisico e mentale, mi sono fatta aiutare dalla mia amica Linda, che ha un’associazione culturale a Roma, Vivere e benessere, che si occupa di benessere fisico e mentale, mi ha aiutata a capire e programmare gli esercizi più adatti a me e fin dove potevo spingermi in questo difficile percorso di recupero, anche grazie all’aiuto dei suoi collaboratori Mara e Mauro per yoga e pilates (che mi sono stati consigliati dal medico, per inciso, niente improvvisazioni, fatevi sempre consigliare da un esperto).
E se, come me, avete poca costanza negli esercizi a casa e avete bisogno di qualcuno che vi “costringa” a fare attività fisica, ricordate che a breve riapriranno -in buona parte di Italia-palestre e piscine: è ora di darsi una mossa o alla prossima estate ci arriveremo sì in forma...ma forma rotonda, si intende.
E magari, oltre che tornare a nutrirci in maniera sana ed equilibrata, torniamo a nutrire la mente e l'anima (o iniziate, se non l’avete ancora fatto), quindi invece di passare le giornate sul divano a guardare TV trash, optiamo per un buon libro, rimettiamoci a studiare, se serve, diamoci alla meditazione o persino ai cruciverba, ma riattiviamo il cervello.
Ricordate la frase/hashtag che andava per la maggiore lo scorso anno? #andràtuttobene
Ma andrà davvero tutto bene?
E’ andata molto male finora, ma teniamo duro e ricordate le regole base per combattere il mostro che sta assediando il nostro mondo: manteniamo le distanze interpersonali, laviamoci le mani, indossiamo la mascherina.
Rispettare le regole accelererà l’uscita dal tunnel in fondo al quale forse e dico forse si intravede un filo di luce.
Nessun commento:
Posta un commento
Inviando il commento, accetti la POLITICA PER LA PRIVACY
Per ricevere le notifiche di risposta al vostro commento, basta cliccare sulla spunta "Inviami notifiche"
Conformemente alla normativa attuale per la privacy (GDPR), ricordo che da parte dei visitatori è possibile tanto commentare scegliendo di usare un account sulla piattaforma google disponibile nel form, quanto scegliere di non lasciare alcun dato evidente utilizzando l'opzione ANONIMO oppure l'opzione URL/NOME nella quale si può indicare un nome (reale o di fantasia) anche senza indicare alcun URL
In nessun caso i dati dei visitatori saranno divulgati nè ceduti o venduti a terzi.